MANILA, 5 APRILE 2023
(Lc 24,35-48) In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Carissimi confratelli, consorelle, collaboratori, fratelli malati, ospiti delle nostre opere apostoliche, vi giunga il mio fraterno saluto di ogni bene.
Quest’anno vi formulo gli auguri della Santa Pasqua dalle Filippine dove mi trovo a conclusione della visita canonica generale per la quale ringrazio fra Augusto, fra Dairon, fra Vincent.
Siamo nella settimana santa che ci conduce al grande giorno in cui la Vita trionfa sulla morte.
La Pasqua è preceduta dalla Quaresima, tempo propizio per esaminare il nostro cammino umano e spirituale che ci porta al cambiamento con il fine di rivolgere le nostre azioni solo verso il bene. La Pasqua ci invita a riflettere sui nostri comportamenti, sul nostro modo di pensare, di agire e a rinnovare la nostra forza interiore ea trovare il coraggio di affrontare la giustizia e la verità.
La Pasqua è un momento per lasciare andare il passato e guardare al futuro con speranza e fiducia.
L’uomo, per sua natura, è portato ad agire da padrone, a chiudersi a riccio senza dare spazio ai fratelli, a impossessarsi dei beni che Dio ha predisposto per il bene comune, per la condivisione, per la crescita planetaria.
Il male che stiamo procurando al pianeta non si limita più ai danni sul clima, sulle acque e sul suolo, ma minaccia la vita stessa sulla terra. Ne siamo tutti consapevoli!
La Pasqua è momento di cambiamento e di rinascita, dobbiamo viverla in modo autentico e profondo. Dobbiamo bandire l’espressione «si è fatto sempre cosi»! Questa è la strada che conduce all’immobilità, a non voler attuare un possibile cambiamento, a non mettersi in gioco.
La Pasqua è il momento in cui la natura stessa si risveglia dopo il letargo invernale, quando tutto intorno a noi sembra rinascere con nuova energia e vitalità. Ma la Pasqua rappresenta anche un momento di cambiamento personale, un’opportunità per ognuno di noi di fare una pausa e riflettere sui nostri valori e sulle nostre azioni.
Dio, con la risurrezione, ci chiede di andare oltre, di comprendere come lo Spirito è all’opera e può generare vita in modi che l’uomo non può nemmeno immaginare.
La vita per fare spazio all’inatteso nasce su strade nuove, impensabili. Gesù risorto ci chiede di collaborare al progetto di Dio, di metterci umilmente al servizio della vita che solo Dio può generare.
Il cambiamento nelle scelte richiede un atteggiamento di apertura, creatività, offerte formative più ampie, ma anche di sacrificio, di impegno, di trasparenza e di rettitudine.
Abbandoniamo definitivamente l’espressione “si è fatto sempre cosi”. Proseguire sempre sulle stesse strade del passato “non rende credibile perché genera superficialità e risposte valide solo in apparenza”.
Come Fatebenefratelli siamo stati chiamati a seguire l’esempio del nostro Fondatore che ha dedicato la sua vita alla cura degli infermi e dei poveri. Questo è un compito che richiede passione, dedizione e compassione.
Durante la Pasqua dobbiamo ricordare che la nostra missione va oltre la semplice assistenza medica. Siamo chiamati a essere uomini di cambiamento, a fare la differenza. La Pasqua ci invita a riflettere sui nostri comportamenti, sul nostro modo di pensare e di agire. Ci invita a rinnovare la nostra forza interiore e a trovare il coraggio di affrontare la giustizia e la verità. La Pasqua è un momento per lasciare andare il passato e guardare al futuro con speranza e fiducia. In questo momento di cambiamento e di rinascita, vi esorto a vivere la Pasqua in modo autentico e profondo. Dobbiamo imparare a guardare al di là delle nostre differenze e a lavorare insieme per costruire un mondo migliore. Dobbiamo imparare ad abbracciare la diversità e a valorizzare l’umanità che unisce tutti noi. Collaboriamo tra di noi per il bene comune lasciando indietro invidia, gelosia, arroganza. Questa è la via per dire basta alla guerra, ai soprusi sui migranti che ogni giorno muoiono in mare.
Per costruire una società sana, inclusiva, giusta e pacifica, dobbiamo utilizzare la roccia del bene comune. Questo è il compito di tutti e in particolare per noi consacrati è anche una missione.
Gesù risorto infonde in noi la Speranza di andare avanti di mettere in atto il cambiamento per rispondere oggi ai bisogni di tanti fratelli poveri, bisognosi e malati. Una responsabilità che chiede l’unità, la collaborazione, la condivisione dei doni che Dio ci ha dato.
Imparare ad amare, questa è l’unica arte da chiedere continuamente a Dio. Perché si può essere analfabeti di cuore, ignoranti in umanità e diabetici di dolcezza anche con tre lauree e con vari titoli onorifici. Non sono queste le vere ricchezze. Ciò che veramente conta è sapere amare. L’amore è una laurea che si consegue in tutta la vita.
È Pasqua se usciamo dai nostri schemi, dalle nostre abitudini e andiamo incontro ai fratelli facendoci carico dei loro bisogni umani, materiali e spirituali. Gesù risorto sfama i suoi discepoli condividendo i pesci, spezzando il pane. Oggi tocca a noi spezzare il pane e mettere a disposizione i pesci affinché il mondo possa cambiare secondo il disegno di Dio.
Che la Pasqua di quest’anno ci dia la forza e la saggezza di perseguire la nostra missione con passione e dedizione, e di portare il cambiamento che il mondo tanto desidera. Vi auguro una Pasqua serena e piena di speranza, estesa alle vostre famiglie.
Buona Pasqua.